by rePlanet Magazine
Prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. Questi sono i valori fondamentali dell’Europa richiamati da Mario Draghi nel ‘Rapporto sul futuro della competitività europea’, presentato a settembre alla Commissione Europea.
L’UE esiste per garantire che gli Europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali, altrimenti avrà perso la sua ragione d’essere. E’ una sfida esistenziale che presuppone di crescere e diventare più produttivi, preservando i valori di equità e inclusione sociale. Ma per farlo, l’Europa deve cambiare radicalmente, secondo l’ex presidente della Bce.
Nonostante l’UE disponga ancora di punti di forza generali, quali sistemi educativi e sanitari forti e Stati sociali solidi, non riesce a convertirli in industrie competitive sulla scena globale. Il primo intervento è colmare il divario di innovazione con Stati Uniti e Cina, soprattutto nelle tecnologie avanzate, sbloccando la struttura industriale statica dell’Europa a favore di maggiori investimenti in ricerca e innovazione, e agevolando normative restrittive nei confronti dei nuovi brevetti. Sempre ricordando che tecnologia e inclusione sociale devono procedere di pari passo.
La seconda area di azione è un piano congiunto per la decarbonizzazione e la competitività. Se gli obiettivi climatici dell’Europa saranno accompagnati da un piano coerente, la decarbonizzazione sarà un’opportunità per l’Europa. Ma se i costi dell’energia per le aziende dell’UE rimangono 3-4 volte superiori a quelli USA, a causa della mancanza di risorse naturali, continueranno a pesare sulla crescita. L’UE è leader mondiale nelle tecnologie pulite come turbine eoliche, elettrolizzatori e carburanti a basso contenuto di carbonio, perciò deve cogliere questa chance di crescita industriale nel settore dell’energia green.
Il terzo obiettivo è l’aumento della sicurezza e la riduzione delle dipendenze, prerequisiti per la crescita sostenibile. I conflitti geopolitici aumentano l’incertezza e frenano gli investimenti, e le interruzioni improvvise degli scambi commerciali hanno effetti disastrosi sull’economia. E’ necessaria una vera e propria politica economica estera dell’UE per mantenere la nostra libertà, il cosiddetto statecraft, coordinando accordi commerciali con le nazioni ricche di risorse e partnership industriali per garantire la catena di approvvigionamento di tecnologie chiave. Solo insieme possiamo creare la leva di mercato necessaria per fare tutto questo.