RAEE: cosa sono e come si riciclano

RAEE è l’acronimo di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, conosciuto a livello internazionale come WEEE, acronimo di Waste of Electric and Electronic Equipment. Il termine si riferisce a una vasta gamma di dispositivi e apparecchiature che, a causa di guasti, inutilizzo prolungato o obsolescenza tecnologica, arrivano al termine della loro vita utile e necessitano di essere smaltiti in modo appropriato.

La gestione di questi rifiuti è una questione fondamentale che coinvolge aspetti ambientali, economici e sociali. Un corretto smaltimento dei RAEE aiuta infatti a preservare le risorse naturali e a ridurre l’impatto ambientale, sostenendo la sostenibilità. Inoltre, il riciclaggio dei RAEE gioca un ruolo chiave nello sviluppo dell’economia circolare, con obiettivi precisi stabiliti dalla normativa europea che istituzioni e attori della filiera devono rispettare.

Il ruolo del Centro di Coordinamento RAEE   

Il Centro di Coordinamento RAEE (CDC RAEE) rappresenta il punto di riferimento per tutti i soggetti coinvolti nella filiera dei RAEE, dal produttore fino all’azienda di trattamento. Supervisionato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal Ministero dello Sviluppo Economico, è gestito e governato dai Sistemi Collettivi ed opera con il fine ultimo di:

  • Garantire il ritiro dai centri di conferimento di rifiuti;
  • Incrementare la raccolta di questa tipologia di rifiuti da parte dei Comuni italiani;
  • Conseguire i nuovi obiettivi di raccolta europei a salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente e della salute umana. 

Il Decreto Legislativo in vigore prevede specifici obblighi per le aziende autorizzate al trattamento dei RAEE, tra cui la presentazione annuale della comunicazione attraverso il MUD (Modello Unico di Dichiarazione ambientale) relativa alla quantità di RAEE gestita. Gli impianti di trattamento devono iscriversi a un elenco specifico, mantenuto dal CDC RAEE, e comunicare le quantità di RAEE trattate entro il 30 aprile di ogni anno. L’Accordo di Programma sul Trattamento dei RAEE, firmato a livello nazionale, assicura invece i livelli di trattamento e qualifiche aziendali a cui devono sottendere tutti gli enti del settore trattamento RAEE.

Questo processo consente il recupero di circa il 90% del materiale, tuttavia vi sono alcune frazioni non riciclabili, come il poliuretano, che emerge come il principale materiale non riciclabile.

Gli impianti di riciclaggio RAEE

La capacità di un impianto di trattamento RAEE è influenzata dalla dimensione e dalle specifiche tecniche dei macchinari impiegati. In generale, tuttavia, il valore medio di trattamento si attesta intorno a 1.000-1.500 chilogrammi all’ora. Questa capacità può variare in funzione di diversi fattori, come la tipologia di RAEE da lavorare, l’efficienza dei macchinari e il livello di automazione del processo. 

L’intero impianto è progettato per massimizzare il recupero dei materiali riciclabili e per ridurre al minimo l’impatto ambientale, integrando tecnologie all’avanguardia nel ciclo di trattamento. La configurazione sinergica delle diverse attrezzature consente di gestire in modo efficace le varie fasi del processo, dalla separazione dei componenti all’estrazione delle materie prime secondarie, preservando così la sostenibilità e l’efficienza energetica dell’intero sistema di gestione dei RAEE. Dal trattamento RAEE è possibile recuperare vari materiali che compongono i rifiuti, che vengono poi reinseriti nei cicli produttivi:

  • Vetro
  • Ferro (30%)
  • Acciaio e ghisa
  • Alluminio
  • Oro e argento
  • Rame, bronzo e ottone
  • Oli di lubrificazione
  • Plastiche (30%) 
  • Mercurio

Le fasi del corretto riciclo dei RAEE

Gli impianti di trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) sono gestiti da aziende autorizzate e includono diverse fasi operative, tra cui stoccaggio, pretrattamento, triturazione e selezione dei materiali: 

  1. Conferimento e messa in riserva: i RAEE vengono conservati in spazi protetti e isolati, prevenendo in questo modo la dispersione nell’ambiente di materiali e sostanze dannose presenti al loro interno.
  2. Pretrattamento, messa in sicurezza, smontaggio e recupero dei componenti: tra i rifiuti da trattare possono esserci materiali dannosi, come interruttori al mercurio e condensatori, che compromettono le lame del trituratore. Per questo motivo, vengono rimossi manualmente dagli operatori, e nel caso, smontati. Inoltre, oli e gas vengono estratti e conservati in contenitori appositi.
  3. Triturazione: il materiale bonificato viene caricato su un nastro trasportatore che lo dirige verso la tramoggia di carico. Il materiale può poi subire ulteriori fasi di triturazione e separazione.
  4. Selezione dei materiali: il materiale triturato viene convogliato tramite un nastro verso un separatore magnetico, il quale estrae il materiale ferroso e lo deposita in un apposito contenitore.

I sistemi di triturazione per RAEE variano a seconda del tipo di apparecchio. Per i congelatori la triturazione avviene in ambienti controllati per prevenire la dispersione di gas ozono pericolosi; per gli altri RAEE, invece, il trattamento può avvenire in spazi non ermetici.

I macchinari per il riciclo dei RAEE 

Nel trattamento dei RAEE, si utilizzano principalmente cinque tipologie di macchinari, i quali possono essere organizzati secondo diverse configurazioni, in base alle specifiche esigenze di lavorazione e ai materiali da trattare. Questi macchinari, ciascuno con le proprie funzioni e caratteristiche, sono interconnessi e coordinati tramite un software dedicato, il quale ottimizza l’integrazione delle loro funzionalità, garantendo un processo efficiente:

  • Nastro trasportatore: fondamentale per il movimento e il caricamento dei rifiuti all’interno dell’impianto, non solo permette il trasporto dei materiali da una sezione all’altra dell’impianto, ma può anche fungere da sistema di vagliatura, separando i rifiuti in base alla dimensione e facilitando ulteriormente il processo di selezione;
  • Trituratori o macinatori: Progettati per garantire un controllo preciso della pezzatura del materiale in uscita, questi impianti non solo facilitano il processo di riciclo, ma ottimizzano anche la gestione dei rifiuti. Disponibili in diverse versioni, come trituratori bialbero o quadrialbero, permettono di ottenere una pezzatura di circa 30 mm, unificando e accorciando efficacemente i materiali; 
  • Laceratori o aprisacchi: essenziali per il trattamento dei rifiuti confezionati in involucri, la loro funzione principale è quella di tagliare e aprire i sacchi di plastica, permettendo così una distribuzione uniforme dei materiali sul nastro trasportatore. Questo processo è cruciale per garantire che i rifiuti possano essere successivamente analizzati e classificati in maniera efficace;
  • Piattaforma di cernita: su questa piattaforma operano i selezionatori, ossia gli operatori umani incaricati di differenziare manualmente i diversi tipi di rifiuti. La loro competenza è fondamentale per assicurare una corretta separazione dei materiali, contribuendo a ottimizzare il processo di riciclo e ridurre la quantità di rifiuti destinati a discarica;
  • Macchine per la raccolta e la selezione dei materiali: il materiale triturato viene estratto da un nastro e inviato a un separatore magnetico, che rimuove il materiale ferroso e lo scarica in un contenitore. Il resto passa a una macchina che, tramite correnti indotte, separa i metalli non ferrosi. È presente un impianto di aspirazione per le polveri, per mantenere pulito il materiale separato.

Come scegliere l’impianto per lo smaltimento dei RAEE?

La selezione dei macchinari per il trattamento dei RAEE deve considerare principalmente tre aspetti:

  1. Tipologia di RAEE da gestire: la classificazione dei rifiuti come R determina il tipo di impianto necessario. I RAEE di classe R1 (27% del totale) richiedono un trattamento più attento, in quanto l’impianto deve garantire il contenimento dei gas nocivi al loro interno. I RAEE classificati come R2 (33%), R3 (19%) e R4 (20%) possono essere trattati simultaneamente, mentre per gli R5 (solo 1%) è fondamentale effettuare una bonifica, estraendo sostanze tossiche come mercurio e piombo.
  2. Quantità di RAEE da trattare: questo fattore è cruciale nella scelta dell’impianto. La capacità di trattamento, espressa in kg/h, è un’informazione fornita nelle schede tecniche dei vari macchinari che formano l’impianto. 
  3. Costi di acquisto e manutenzione: molti produttori di impianti per il trattamento dei RAEE propongono soluzioni chiavi in mano, con prezzi chiari e adattabili. In alternativa, è possibile richiedere preventivi personalizzati in base alle necessità specifiche, che includono uno studio di fattibilità, progettazione, produzione, montaggio, collaudo, spedizione e installazione. È importante considerare anche i costi di manutenzione, necessari per garantire l’efficienza dell’impianto nel tempo, in particolare per il mantenimento della prestazione delle lame di triturazione.

 

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