Alessandro Gobbi
Redattore Capo
ICP- Rivista dell’Industria Chimica
www.duessegi.com
La transizione energetica e tecnologica che stiamo attraversando implica una profonda trasformazione dell’industria chimica, con il passaggio da materie prime fossili a materie prime rinnovabili e con una drastica riduzione degli impatti ambientali. L’utilizzo di materie prime rinnovabili per la produzione degli intermedi e dei prodotti finali chimici implica la sviluppo di nuovi processi industriali, che saranno resi possibili dalla produzione di catalizzatori ottimizzati per tali processi. Tali materiali non saranno necessariamente diversi da quelli usati nella chimica industriale attuale, ma andranno adattati alla nuova green chemistry.
Oltre 200 azioni raggruppate in 8 macrogruppi per realizzare la transizione verde e digitale nel sttore dell’industria chimica: questo è quello che si trova nel documento dilla Commissione Europea “The Chemical Industry Transition Pathway”1, ovvero le nuove linee guida europee per la chimica, pubblicate a fine gennaio. Si tratta di un piano congiunto elaborato con rappresentanti chiave dell’industria chimica, ONG e altre parti interessate.
Il percorso aiuta a preparare una giustificazione economica e una tabella di marcia per investimenti a favore di sostanze chimiche sicure e sostenibili. Le azioni delineate mirano a promuovere la collaborazione in materia di innovazione e la raccolta di informazioni a sostegno della diversificazione delle materie prime, oltre che a migliorare l’approvvigionamento di energia pulita grazie all’elettrificazione, alla produzione di idrogeno e al riutilizzo dei rifiuti. Queste misure possono sostenere la trasformazione dell’industria chimica e garantirne la competitività e il contributo alla produzione delle tecnologie verdi e digitali di domani. Il percorso include anche una panoramica del cronoprogramma degli interventi normativi in questo ecosistema industriale.
Le sostanze chimiche, presenti in circa il 95% dei manufatti, sono alla base delle principali catene del valore in Europa” La Commissione aveva sviluppato percorsi di transizione in diversi ecosistemi (turismo, industrie ad alta intensità energetica, economia di prossimità) già a partire dal maggio 2021. Ora è il turno dell’industria chimica. “La nostra industria deve cambiare il modo in cui produciamo e ciò che produciamo, e lo deve fare in meno di trent’anni. La sfida è senza precedenti e richiede miliardi di investimenti”, afferma Martin Brudermüller, presidente del Cefic e CEO di BASF. Le linee guida prevedono quattro piani di azione:
- “Going circular”, ovvero la necessità di ridurre il consumo di risorse non rinnovabili, aumentare il riciclo e, in generale, ridurre le emissioni;
- “Going digital” punta tutto sulla digitalizzazione come chiave di volta per la sostenibilità e la crescita del settore;
- “Going climate-neutral” pone l’accento sulla necessità di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050;
- “Transition to safe and sustainable chemicals”, ovvero potenziare gli investimenti di ricerca e sviluppo per produrre sostanze sempre più sicure, eliminando gradualmente le sostanze più nocive dai prodotti di consumo.
La transizione verde e digitale pone per i prossimi anni sfide cruciali per l’industria chimica e di processo.
Il documento integrale è disponibile e scaricabile al link ec.europa.eu/docsroom/documents/53078 e sul sito del Cefic www.transition-pathway.cefic.org